Omelia I Domenica di Quaresima – A
I cristiani della prima generazione si interessarono molto presto alle “tentazioni” di Gesù nel deserto. Non volevano dimenticare quei conflitti e quelle lotte che Gesù dovette superare per restare fedele a Dio. Tutto questo li aiutava a non perdere di vista il loro unico compito nella vita: costruire un mondo più umano, seguendo i passi di Gesù.
Così, la liturgia di questa prima Domenica di Quaresima è sotto il segno della tentazione, del peccato e della fedeltà. « Se sei figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». È una domanda-tentazione che pervaderà tutta la missione di Gesù. Gli verranno chiesti dei “segni” o miracoli che dicano, in maniera certa e sicura, che Egli è un inviato da Dio. Ma i segni di Gesù sono comprensibili soltanto all’interno della sua missione e nella logica di rivelazione che lo guida. La seconda tentazione proposta a Gesù è nell’invito a chiedere a Dio di liberarlo in una situazione difficile. Alla crocifissione i sommi sacerdoti e gli scribi scherniranno Gesù:« Egli è il re di Israele, scenda dalla croce e gli crederemo». Gesù, invece, saprà cogliere il volto del Padre dentro la croce, rimanendo così inchiodato al legno. Infine, la terza tentazione: seguire la via del potere, della gloria e della forza. È la sottile e perversa tentazione di voler usare il “potere” per meglio servire, e più efficacemente, Dio.
Satana, in tutte e tre le tentazioni dà voce alle attese del popolo, alle attese di un messianismo materialistico e miracoloso che offra tutte le soluzioni: fosse così questo Dio! l’uomo avrebbe risolto tutti i problemi. Sono anche tentazioni della fede di ognuno di noi. Sono tante, infatti, le domande che ci portiamo dentro: se Dio fosse davvero buono, come mai permette che gli innocenti muoiano per mano dei potenti? Perché permette la guerra, la fame e tante, tante altre disgrazie? Siamo invece messi di fronte ad una scelta: il mistero di Dio che si fa uomo in Gesù e questo mistero ci è donato nella libertà di chi lo accoglie per sperimentare il vero volto di Dio. Tutti sono liberi di accogliere o rifiutare Cristo. È questa libertà del cuore che accomuna tutti i credenti e li riunisce nell’unica Chiesa di Cristo risorto.
In questo senso, Dio vuole salvarci dalle nostre alienazioni e cioè mantenerci vigili e lucidi di fronte ai possibili errori che possiamo compiere nella nostra vita. Dio vuole che ci manteniamo umani fino al giorno del nostro incontro con Lui ed è qui il grande esempio di Gesù di fronte alle provocazioni di Satana. Prima alienazione: Non di solo pane vive l’uomo. Le soddisfazioni materiali, per quanto importanti, non possono esaurire il cuore umano. Seconda alienazione che consiste nella ricerca del potere e del successo, anzi del trionfo personale a qualsiasi prezzo, che è un cadere nella idolatria più ridicola. Terza alienazione: cercare di risolvere il problema ultimo della vita senza rischio e senza lotta, utilizzando Dio in maniera magica ed egoistica. Ahimè, tentazione veramente grave per i cristiani e per la Chiesa. Al contrario, Gesù ci dice che cadere in questa tentazione significa distruggere la fede. La vera fede non conduce alla passività, alla rassegnazione davanti ai problemi: chi ha compreso che cosa significa essere veramente fedele a Dio – come dimostra l’esempio di Gesù - , Dio che è Padre di tutti, si arrischia ogni giorno di più nella lotta e nella speranza. Nessuno è più grande del suo Maestro, diceva Gesù, e ciò significa che anche noi, come Lui, conosceremo la croce, la lotta, le difficoltà, ma anche l’aiuto di Dio nei momenti difficili e quasi disperati. La fede vince il mondo.
Preghiamo il Signore Gesù che ci ripeta, dentro il nostro cuore più segreto, quelle sue parole che abbiamo bisogno di ascoltare ogni giorno per affidarci a Dio: Non di solo pane vive l’uomo.
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